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Pochi strumenti, voci, amicizia De Marzi tra musica e poesia

By 6 Dicembre 2019Gennaio 13th, 2020No Comments

MUSICA. A pochi giorni dall'uscita dell'atteso disco, ne parliamo con il Maestro. Che commenta anche l'inno veneto... Il Cd in uscita il 2 ottobre contiene brani che rappresentano il “best of” dell'opera demarziana: da Signore delle Cime a Brina Brinella

Giulia Guidi - Il Giornale di Vicenza

«Un disco unico nel panorama internazionale, in cui per la prima volta pochi strumenti che possono rappresentare un’orchestra vengono uniti ad un gruppo vocale»: così Bepi De Marzi descrive la sua ultima fatica, “De Marzi Musica e Poesia”, che uscirà il 2 ottobre. Arrangiati da Lorenzo Signorin, thienese docente al conservatorio di Vicenza e interpretati dai Polifonici Vicentini di Pierluigi Comparin, i brani contenuti nel cd rappresentano un “best of” dell’opera di De Marzi, dall’universalmente nota “Signore delle cime” alla più recente “Brina Brinella”, composta in tre movimenti, come usava fare Vivaldi. Il risultato è un’opera a sei mani, tutte ugualmente appassionate, amorevoli e intelligenti, che sottolinea la stima e l’amicizia che intercorrono tra i tre autori.
«Signorini – sintetizza De Marzi – ha scritto gli inserimenti musicali, con sensibilità e acume, mentre le voci dei Polifonici di Comparin sono in grado di affrontare anche le passionalità più estreme. Con Comparin ci frequentiamo da sempre e conosce benissimo la mia musica, tanto da aver vinto un concorso nazionale per voci maschili con “Il golico”.
Non segue puntigliosamente le mie indicazioni interpretative ma è sempre stato capace di proporre una sua visione poetica, ispirata dalle eccezionali voci del suo coro».
«Il disco altro non è che il concerto che stiamo portando in giro per l’Italia da anni con i Polifonici Vicentini e la piccola orchestra, – spiega Pierluigi Comparin – e il grande successo riscosso da nord a sud ci ha spinto ad incidere il programma. La versione per coro e strumenti dell’opera di De Marzi sorprende il pubblico e ne colpisce la sensibilità».
È affascinante immaginare gli oltre 40 coristi che, nottetempo, raggiungono la piccola chiesa di Torreselle e lì, con il gruppo strumentale di quattro archi, pianoforte e flauto, provano per ore per poi registrare, sotto la guida di Federico Pelle. Ci sono volute quattro notti di duro lavoro per arrivare a “De Marzi Musica e Poesia”.
Il musicista-poeta, però, guarda già oltre: «In questo periodo sto componendo ed è un momento creativo nuovo per me – racconta – sia dal punto di vista della poetica che della caratteristica melodica. Adesso sto cantando soprattutto la natura e i suoi segreti, cercando di personalizzarla, come Mario Rigoni Stern in “Arboreto Salvatico”».
Con De Marzi di fronte, è forte la tentazione di rispolverare il lungo dibattito sull’inno veneto che l’ha visto protagonista mesi fa, soprattutto dopo i proclami estivi del capogruppo in consiglio regionale del Pdl, Dario Bond, che ha chiamato a raccolta musicisti e artisti veneti affinché concorrano alla scrittura del brano: «No, non parteciperei – risponde secco il musicista – perché queste cose create a tavolino non funzionano mai. In realtà, le identità regionali sono rappresentate da brani noti, ad esempio “O sole mio” per la Campania».
«E secondo me, nel momento storico attuale, – conclude il Maestro – quella che rappresenta meglio il Veneto è “Me compare Giacometo”».

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